fonte immagine: "Il Messaggero"/NATO.
Non ci era riuscita nemmeno l'Unione Sovietica.
La Svizzera, tradizionalmente neutrale, si è unita alle sanzioni contro la Russia; l'Occidente si è ricompattato; si è rivitalizzata la Nato, che era stata dichiarata nel 2019 "clinicamente morta" dal presidente francese Macron (lo stesso che di recente ha frenato sulla definizione di genocidio in Ucraina, ha affermato che ci vorranno decenni prima che l'Ucraina entri nell'Unione Europea e che non bisogna "umiliare Putin", come se in Ucraina fosse festa), dichiarazione che raccolse il plauso della portavoce del Cremlino Maria Zakharova.
Anche la posizione della Germania, tradizionalmente contraria all'ingresso dell'Ucraina nella NATO ed all'invio di armi a tale nazione, si è modificata, e la stampa vicina al parlamento di Bruxelles ha criticato Angela Merkel ed il suo governo: "“Gli utili idioti tedeschi di Putin” è il titolo dell’articolo apparso (...) sulla testata online Politico Europe.". La Germania aveva posto il veto, nel 2008, all'ingresso di Ucraina e Georgia nella Nato, coltivando invece buoni rapporti con la Russia e collaborando al progetto del gasdotto Nord Stream 2, il quale invece, dopo i fatti recenti, non verrà utilizzato nonostante sia già pronto. L'errore è stato ammesso anche dal noto ex-ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble. Da più parti si fa notare che Putin ha sfruttato l'errore originario, e che bisogna tornare indietro.
Anche in Italia, ai tempi dei governi Berlusconi, c'era una politica amichevole nei confronti di Putin, e chi ancora la sostiene cita come successo proprio il gasdotto Nord Stream 2, andato a monte per i motivi detti sopra. E le polemiche proseguono.
Adesso, altra conseguenza dell'aggressione russa all'Ucraina, Svezia e Finlandia, già membri dell'Unione Europea ma tradizionalmente neutrali, hanno chiesto di entrare nella NATO in tempi brevi, nonostante minacce ed "avvertimenti" russi. La procedura si svolge nei tempi più brevi possibile, ma intanto il primo ministro dell'Inghilterra, Boris Johnson, è volato nei due paesi per firmare un accordo di assistenza militare, che protegga i due paesi prima che entrino nell'alleanza, o comunque in ogni caso (e pure i paesi dell'Unione Europea dovrebbero in teoria intervenire in caso di aggressione a Stati a loro associati).
Qualche problema sta venendo dalla Croazia, dove è in atto uno scontro tra il Presidente della Repubblica, deciso a porre il veto, ed il governo, favorevole, ma soprattutto dal membro meno affidabile della Nato, la Turchia, che minaccia di porre il veto in un processo che richiede l'unanimità degli stati membri.
In definitiva, la politica neosovietica della Russia ha ottenuto in vari campi l'effetto opposto a quello voluto, compreso un allargamento della Nato quando il presidente russo Putin avrebbe preteso persino un ritiro delle truppe NATO da Romania e Bulgaria.
E ricordiamo che Moldavia e Georgia sono pure paesi in pericolo ...
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