Eventi e turismo in Friuli-Venezia Giulia
Cognomi italiani slavizzati in Istria e Dalmazia
La lista degli oltre 1000 deportati ed
infoibati di Gorizia
Pola città perduta ; "La città dolente" (1948) ; L'Arena di Pola
Giovanni Palatucci ricordato a Bologna
La Voce del Popolo: articolo 1 articolo 2
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Unione Italiana Italiani di Montenegro
C'era una volta la Venezia Giulia Negazionisti trinariciuti
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Da https://it.wikipedia.org/wiki/Esodo_giuliano_dalmata :
Nel corso
della riunione del consiglio dei ministri del 12 novembre 1866 l'imperatore Francesco Giuseppe
delineò compiutamente in tal senso un piano di ampio respiro: |
(Francesco Giuseppe I d'Austria, consiglio della Corona del 12 novembre 1866[6][7].) |
Questi furono gli effetti di tale editto tra il 1866 ed il 1918:
- espulsioni di massa (oltre 35 000 espulsi dalla sola Venezia Giulia nei soli primi anni del Novecento, fra cui moltissimi provenienti da Trieste. (…)
- deportazione in campi di concentramento (un numero oscillante fra 100 000 e 200 000, a seconda delle stime, di deportati durante la prima guerra mondiale, (…);
- impiego di squadracce di nazionalisti slavi nell'esercizio massivo della violenza contro gli Italiani con innumerevoli atti di violenza, attentati, aggressioni, omicidi ecc. Queste azioni incontrarono spesso la sostanziale tolleranza delle autorità o comunque non furono represse con efficacia;
- repressione poliziesca;
- immigrazione di slavi e tedeschi nei territori italiani favorita dalle autorità imperiali, per favorire la progressiva "sommersione" degli autoctoni Italiani;
- germanizzazione e slavizzazione scolastica e culturale (chiusura delle scuole italiane, cancellazione della toponomastica ed onomastiche italiane, proibizione della cultura italiana in ogni sua forma: fu molto grave in particolare la questione scolastica in Dalmazia);
- privazione o limitazione dei diritti politici (le elezioni in Dalmazia videro pesantissimi brogli a favore dei nazionalisti slavi; comuni retti da Italiani furono sciolti dalle autorità austriache ecc.);
- limitazione dei diritti civili (scioglimento d'associazioni politiche, culturali, sindacali, persone arrestate o condannate per futili motivi ecc.), formalmente motivata spesso dal pretesto della lotta all'irredentismo;
- cancellazione degli antichi enclavi italiani in territori "nevralgici", ad esempio vedasi i pogrom anti-italiano di Innsbruck di inizio 1900 contro negozianti e studenti di lingua italiana (Fatti di Innsbruck).
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