Nei precedenti articoli abbiamo visto il modus operandi della Russia nel corso dei secoli: nazione continentale, per ottenere tutti gli sbocchi al mare possibili ha occupato intere nazioni, iniettando coloni, deportando gli abitanti autoctoni, proibendo le lingue locali, facendo largo uso dello stato di polizia, quando non, in passato, causando carestie.
Abbiamo visto i casi di Finlandia e Carelia, Livonia, Crimea, ma si potrebbero citare anche Estonia, Lettonia e Lituania e tanti altri. Ma il caso più purtroppo in vista è attualmente l'Ucraina.
Nel 1917, con la dissoluzione dell'Impero Russo, anche l'Ucraina cercò la propria indipendenza, con l'intenzione di porre i propri confini secondo il confine etnolinguistico, che vediamo in questa cartina di Wikipedia:
Una dettagliata cartina del periodico "Limes" spiega le cose ancora più in dettaglio.
Purtroppo le cose volsero al peggio, ed i bolscevichi, conquistata l'Ucraina, le imposero dei confini settentrionali ed orientali più ristretti, e prendendosi un ulteriore distretto nel 1924. La folle e criminale politica di collettivizzazione causò nel 1932-1933 milioni di morti in Ucraina, un vero e proprio olocausto, l'Holodomor (non ancora riconosciuto ufficialmente dal nostro paese). C'è chi parla di "ucrainofobia" di Stalin. A sostituire gli sterminati debbono essere arrivati coloni russi, visto l'arretramento del confine etnico ucraino.
Morto Stalin, Nikita Chruščëv non aveva la stessa paranoia anti-ucraina, tanto da assegnarli la Crimea nel 1954.
Nel 1991 l'Unione Sovietica finalmente crolla, e l'Ucraina è tra gli stati che diventano indipendenti. Dal 2010 al 2014 è presidente il filorusso Viktor Janukovyč, poi cacciato da una rivolta popolare, il 22 febbraio 2014.
Dal 26 febbraio 2014 la Russia invade la Crimea e la annette senza colpo ferire, e contemporaneamente il prezzo del gas russo fornito all'Ucraina passa da 50 a 230 dollari per 1000 m³.
Il 24 febbraio 2022 le truppe russe invadono l'Ucraina per ordine di Vladimir Putin, pensando di poter rimettere al potere Janukovyč in pochi giorni, ma l'Ucraina stavolta resiste. Ma appare evidente come la Russia prosegua l'opera iniziata nel 1922 e 1924, continuando ad erodere l'Ucraina da est, quando un tempo pure parte del Caucaso ed altri distretti erano in zona ucraina. La Russia punta a collegare la Crimea con il Donbass (confinante con l'area annessa nel 1924), annettendosi il sud dell'Ucraina, dove già sono arrivati sindaci-fantoccio ed i rubli, in attesa delle tv russe e degli ennesimi coloni. Insomma, la Russia ha accelerato le linee di assimilazione etnica già stabilite un secolo fa, anche se nel frattempo la loro vittima preferita si era resa indipendente e democratica, ma per loro saranno dettagli. Tutto per monopolizzare le coste settentrionali del Mar Nero (e prendersi un paese con grandi risorse naturali).
Nel frattempo qualche milione di Ucraini è già scappato dal paese, e molti forse non torneranno.
Ma anche tanti cittadini russi stanno scappando dalla Russia, sempre più precipitata verso la dittatura ed il regime poliziesco (molto eloquente la chiusura della Novaya Gazeta); se ne vanno in particolare gli intellettuali, che più difficilmente possono essere insolfanati da chi, privo della cultura necessaria per guidare un paese, replica meccanicamente politiche espansionistiche vecchie di secoli già sconfitte dalla Storia.
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