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martedì 22 marzo 2022

I Tartari di Crimea vittime della Russia

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I Tartari (o Tatari) di Crimea sono un popolo dalla lunga storia, che avrebbe potuto avere una svolta nel 1917, come per altre nazioni. Dopo l'annessione della Crimea alla Russia nel 1783, questa popolazione aveva cominciato un lungo esodo, per sfuggire all'oppressione, venendo rimpiazzata da coloni russi. Da fine ottocento era iniziata una rinascita culturale tatara, e nel 1917, durante la Rivoluzione Russa, fu proclamata la Repubblica di Crimea, mentre più a nord sorgeva la Repubblica Ucraina di Kiev. Ma già nel 1918 arrivarono i bolscevichi, che fucilarono il presidente della Crimea e la riannessero alla Russia.
Nel 1921 fu istituita la
Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di Crimea. Seguì nel 1921-22 una carestia causata dalla politiche bolsceviche, che falcidiò la popolazione, in Ucraina come in Crimea. Arrivarono poi la repressione staliniana (1937), l'occupazione nazista (1941) e una odiosa deportazione staliniana dei Tartari di Crimea nel 1944, nel corso della quale morì buona parte della popolazione. Nel 1945 la repubblica autonoma fu soppressa.
Nel 1954 la Crimea fu assegnata all'Ucraina da
Nikita Chruščëv. Nel 1956 non fu permesso ai superstiti di ritornare, come invece concesso ad altri popoli vittime delle deportazioni; si dovette aspettare il 1989, con la dissoluzione dell'impero sovietico.

Ritornarono circa 250mila persone, con il problema che tante case erano già occupate (dai russi), e bisognava ricreare una propria presenza. Nel 1991 venne creato
un sistema di autogoverno nazionale dei Tatari di Crimea.
Ed arriviamo al 2014: la Russia sta occupando la penisola per l'ennesima volta. I Tartari di Crimea sono a favore dell'Ucraina, non ne vogliono sapere di tornare sotto i russi. Nei villaggi abitati dai tartari arrivano allora degli uomini armati a sparare colpi di mitraglietta per aria, tanto per dare un messaggio: si sta svolgendo un referendum-farsa per annettere la penisola alla Russia, e gli autoctoni non debbono interferire. Cosa succede dopo?
Viene descritto in questo appello:
"
È iniziata la seconda ondata ibrida di deportazione dei tartari di Crimea e un cambiamento artificiale nella composizione demografica della penisola.
Ha toccato i seguenti settori: politica, religione e cultura dei tartari di Crimea.
I più significativi sono:
- bandire il Mejlis del popolo tartaro di Crimea;
-  repressioni sistemiche;
- persecuzioni e violazioni dei diritti dei tartari di Crimea che si sono opposti all'aggressione armata della Russia.
Migliaia di tartari della Crimea hanno dovuto lasciare le loro case e trasferirsi nell'Ucraina continentale".
Tutto intero, l'appello si trova a questo indirizzo.
Si è parlato finanche della sparizione di intere famiglie. Si stima che tra i 15mila e 30mila Tartari di Crimea se ne siano andati. Un quadro esauriente della situazione si trova in questo articolo.
Per la cronaca, in Crimea esiste anche una piccola minoranza italiana, passata per stragi e deportazioni come le altre minoranze in Russia, tanto che adesso rimangono circa trecento persone.
EDIT: a proposito di italiani, un collegamento al Dantedì 2022.

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