Biscotti

sabato 1 ottobre 2022

Le annessioni e la realtà.


Il presidente russo Vladimir Putin, con una cerimonia tanto solenne quanto ridicola ha proclamato l'annessione alla Russia delle regioni di Luhansk, Donetsk, Zaporizhzhia e Kherson, che si aggiungono alla Crimea, annessa nel 2014. Anche in questo caso, l'annessione non è stata riconosciuta, anzi, viste le modalità farsesche dei presunti referendum popolari che hanno preceduto l'annessione, con elettori deportati, elettori fatti venire in autobus, voti multipli, elettori forzati con le armi a votare, segnalati o percossi (come nei fumetti) se votavano no, ad arruolati se votavano si, il tutto sotto una occupazione militare. Sono già state costituite altre due repubbliche fantoccio, sulle quali il sito "EastJournal" ha tracciato un inquietante ritratto.
Nel frattempo le forze ucraine avanzano in più direzioni, e nelle ultime ore hanno circondato la città di Lyman, e sembra che stiano entrando in città. La battaglia prosegue, e si suppone che, riporta il sito DailyKos,
"la maggior parte delle forze russe che erano a Lyman non siano fuggite né siano rimaste in città per essere fatte prigioniere. Sono semplicemente morti sul campo da qualche parte a est".
La città di Lyman è uno snodo strategico, e potrebbe costituire una testa di ponte per avanzare nel Luhansk.
Putin ha appena portato sino a 10 anni di carcere le pene per chi si arrende, evidentemente si preferisce che i propri soldati siano raggiunti da colpi di arma da fuoco, ma è già chiaro che il regime di Putin, oltre a massacrare le popolazioni confinanti, manda al macello anche i propri soldati. L'unica via per ritirarsi, per l'esercito russo, è una strada sotto il tiro dell'esercito ucraino, e sembra che lì si stiano dirigendo.
Gli ucraini stanno facendo dei paragoni con la "strage di Ilovaisk" del 2014, quando a fine agosto le truppe ucraine in zona si ritirarono attraverso un corridoio stabilito attraverso una contrattazione coi russi, Ma gli accordi non furono rispettati, ed i russi spararono sugli ucraini in ritirata, massacrando almeno un migliaio di soldati. Si racconta che "(...)i colpi dei carri armati russi, falciarono gli uomini resi a brandelli e ancora oggi molti di questi, militi ignoti".
Lo sparare sull'esercito in ritirata senza rispettare i termini degli accordi era una specialità dell'esercito stalinista: come già detto qui a giugno,
con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Stalin inviò un ultimatum alla Romania, intimandole di abbandonare la Bessarabia entro 48 ore. La Romania si ritirò senza combattere, ed il 28 giugno 1940 le truppe staliniste occuparono la Bessarabia e la Bucovina settentrionale (quest'ultima non prevista dal patto Molotov-Ribbentropp), senza rispettare i tempi stabiliti per il ritiro e sparando sui soldati rumeni durante la ritirata e pure sui civili, "provocando numerose vittime anche fra donne e bambini". Le atrocità russe, tra fucilazioni e torture, si susseguirono, si ricorda in particolare il Massacro di Fantana Alba con alcune centinaia (minimo) di vittime.

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