La Moldavia è una delle regioni storiche della Romania; la Bessarabia è la sua parte orientale, anche se la Bessarabia storica era la sola parte meridionale di essa, attualmente dell'Ucraina, ma i russi al momento di annettersi la regione estesero il termine anche ai territori più a nord.
Come spiegato nei precedenti articoli, la Russia da secoli persegue l'espansione etnica in tutte le direzioni, a costo di spazzare via le etnie preesistenti; si sono visti i casi di baltici, ugrofinnici, circassi (nord Caucaso) ... nel caso della Bessarabia la dominazione russa iniziò nel 1812. L'impero zarista, sottratta la regione all'Impero Ottomano, inizialmente le concesse uno status speciale, che però fu revocato nel 1828.
Da quel momento la regione, abitata da Moldavi, fu sottoposta ad un intenso processo di russificazione (similmente a quanto fatto per esempio dai francesi nel nord della Catalogna, diventata la provincia del Rossiglione dopo la chiusura delle istituzioni locali), proibendo progressivamente il moldavo (si arrivò a bruciare i registri delle chiese) ed imponendo il russo, deportando moldavi nel Kuban ed in Siberia e trasferendo invece in zona gente di altre etnie, e proponendo alla borghesia emergente di assimilarsi alla cultura russa.
Dopo il crollo dell'Impero Zarista la situazione divenne caotica, con una Repubblica Democratica Moldava che ambiva ad essere una provincia autonoma della Russia, ed una effimera Repubblica Sovietica di Odessa che minacciava la stessa Moldavia: a quel punto le autorità moldave chiesero aiuto alla Romania (6 febbraio 1918), che ne approfittò per invedere la regione ed annetterla sino al fiume Dnestr.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, anche Stalin, in contemporanea con Hitler, ne approfittò per espandersi: mentre i tedeschi dopo Austria e Cechia invadevano Polonia, Benelux, Norvegia e si apprestavano a minacciare tutta l'Europa, la Russia invase Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia e, dopo la caduta della Francia (amica della Romania), inviò un ultimatum al governo di Bucarest, imponendo di abbandonare la regione entro 48 ore. La Romania si ritirò senza combattere, ed il 28 giugno 1940 le truppe staliniste occuparono la Bessarabia e la Bucovina settentrionale (quest'ultima non prevista dal patto Molotov-Ribbentropp), senza rispettare i tempi stabiliti per il ritiro e sparando sui soldati rumeni durante la ritirata e pure sui civili, "provocando numerose vittime anche fra donne e bambini". Le atrocità russe, tra fucilazioni e torture, si susseguirono, si ricorda in particolare il Massacro di Fantana Alba con alcune centinaia (minimo) di vittime.
La Bessarabia divenne la Repubblica Socialista Sovietica Moldava, tranne la parte più meridionale, dove la popolazione era in prevalenza ucraina, ed all'Ucraina passò. 250.000 persone furono deportate.
Da quel momento la regione, abitata da Moldavi, fu sottoposta ad un intenso processo di russificazione (similmente a quanto fatto per esempio dai francesi nel nord della Catalogna, diventata la provincia del Rossiglione dopo la chiusura delle istituzioni locali), proibendo progressivamente il moldavo (si arrivò a bruciare i registri delle chiese) ed imponendo il russo, deportando moldavi nel Kuban ed in Siberia e trasferendo invece in zona gente di altre etnie, e proponendo alla borghesia emergente di assimilarsi alla cultura russa.
Dopo il crollo dell'Impero Zarista la situazione divenne caotica, con una Repubblica Democratica Moldava che ambiva ad essere una provincia autonoma della Russia, ed una effimera Repubblica Sovietica di Odessa che minacciava la stessa Moldavia: a quel punto le autorità moldave chiesero aiuto alla Romania (6 febbraio 1918), che ne approfittò per invedere la regione ed annetterla sino al fiume Dnestr.
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, anche Stalin, in contemporanea con Hitler, ne approfittò per espandersi: mentre i tedeschi dopo Austria e Cechia invadevano Polonia, Benelux, Norvegia e si apprestavano a minacciare tutta l'Europa, la Russia invase Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia e, dopo la caduta della Francia (amica della Romania), inviò un ultimatum al governo di Bucarest, imponendo di abbandonare la regione entro 48 ore. La Romania si ritirò senza combattere, ed il 28 giugno 1940 le truppe staliniste occuparono la Bessarabia e la Bucovina settentrionale (quest'ultima non prevista dal patto Molotov-Ribbentropp), senza rispettare i tempi stabiliti per il ritiro e sparando sui soldati rumeni durante la ritirata e pure sui civili, "provocando numerose vittime anche fra donne e bambini". Le atrocità russe, tra fucilazioni e torture, si susseguirono, si ricorda in particolare il Massacro di Fantana Alba con alcune centinaia (minimo) di vittime.
La Bessarabia divenne la Repubblica Socialista Sovietica Moldava, tranne la parte più meridionale, dove la popolazione era in prevalenza ucraina, ed all'Ucraina passò. 250.000 persone furono deportate.
Ma Hitler si rivoltò presto contro l'alleato temporaneo, aggredendo la Russia. La Romania era diventata sua alleata, e grazie all'avanzata tedesca non solo si riprese la Bessarabia, ma annesse pure parte dell'Ucraina, Odessa compresa (dovendo però cedere parte della Transilvania all'Ungheria). Tale situazione durò dal 1941 al 1944 (con una politica bestiale contro gli ebrei), poi con la ritirata tedesca, seguita dalla sconfitta e morte di Hitler, la Moldavia ritornò ad essere occupata dai russi (mentre la Romania cambiava fronte).
La RSS Moldava ritornò ad essere una entità dell'URSS, con una politica di russificazione ancora più dura di quella zarista, con l'alfabeto cirillico imposto al posto di quello latino, fino al 1990, quando l'Unione Sovietica cominciò a dissolversi. Il 23 maggio 1991 il nome divenne Repubblica di Moldavia, ed il 27 agosto 1991 fu dichiarata l'indipendenza, annettendo la Gagauzia, che aveva già dichiarato l'indipendenza il 19 agosto, alla quale fu concessa una larga autonomia.
La RSS Moldava ritornò ad essere una entità dell'URSS, con una politica di russificazione ancora più dura di quella zarista, con l'alfabeto cirillico imposto al posto di quello latino, fino al 1990, quando l'Unione Sovietica cominciò a dissolversi. Il 23 maggio 1991 il nome divenne Repubblica di Moldavia, ed il 27 agosto 1991 fu dichiarata l'indipendenza, annettendo la Gagauzia, che aveva già dichiarato l'indipendenza il 19 agosto, alla quale fu concessa una larga autonomia.
Ma le cose non filarono lisce perchè, come nel Donbass, dove nell'industria lavoravano gli immigrati russi mentre nell'agricoltura gli ucraini, poi sterminati mediante una carestia artificiale, anche nella fetta di Moldavia oltre il fiume Dnestr si trovano della industrie in cui lavorano russi. Il 2 settembre 1990 la zona aveva già dichiarato la propria indipendenza dalla Moldavia, mantenendo la bandiera dell'epoca sovietica.
Il 1 marzo 1992 scoppiò una guerra tra Moldavia e Transnistria, ma in zona si trovavano forze della 14ª
Armata Russa. E truppe russe arrivarono, come "forza di pace", allo stabilimento di una tregua, e lì rimasero.
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La Transnistria è oggi uno stato controllato dittatorialmente, dove la legge punisce col carcere (da 3 a 7 anni) chi critichi la presenza russa o fornisca informazioni ritenute false dalle autorità.
Ci sono 555.500 abitanti (nel 2004), una capitale, Tiraspol, una moneta, una bandiera (con la falce e martello), delle strutture statali, mancano i passaporti perchè la repubblica non è riconosciuta a livello internazionale.
Molti moldavi sono emigrati, cosicchè, se nel censimento del 1989 il 40% degli abitanti erano moldavi ed il 24% russi, nel censimento del 2004, dopo anni di governo filorusso, abbiamo i moldavi al 31,8% ed i russi al 30,3% (stabili le altre etnie), quanto basta ai telegiornali per definire la Transnistria una "regione russofona". Insomma, la disonesta politica di russificazione iniziata nel 1828 viene ancora tenacemente perseguita qui, dopo quasi due secoli, nella speranza di poterla riprendere anche altrove.
La guerra in Ucraina minaccia da vicino anche la Moldavia; se Odessa cadesse, la Russia farebbe naturalmente affluire le sue truppe nell'amica colonia transnistriana.
Intanto Nato e Gran Bretagna promettono armi e sostegno alla Moldavia, alla quale cominciano ad arrivare le minacce russe, che descrivono la Moldavia come una "seconda Ucraina", mentre secondo molti osservatori il coinvolgimento della Transnistria nella guerra russo-ucraina è solo questione di tempo ...
Molti moldavi sono emigrati, cosicchè, se nel censimento del 1989 il 40% degli abitanti erano moldavi ed il 24% russi, nel censimento del 2004, dopo anni di governo filorusso, abbiamo i moldavi al 31,8% ed i russi al 30,3% (stabili le altre etnie), quanto basta ai telegiornali per definire la Transnistria una "regione russofona". Insomma, la disonesta politica di russificazione iniziata nel 1828 viene ancora tenacemente perseguita qui, dopo quasi due secoli, nella speranza di poterla riprendere anche altrove.
La guerra in Ucraina minaccia da vicino anche la Moldavia; se Odessa cadesse, la Russia farebbe naturalmente affluire le sue truppe nell'amica colonia transnistriana.
Intanto Nato e Gran Bretagna promettono armi e sostegno alla Moldavia, alla quale cominciano ad arrivare le minacce russe, che descrivono la Moldavia come una "seconda Ucraina", mentre secondo molti osservatori il coinvolgimento della Transnistria nella guerra russo-ucraina è solo questione di tempo ...
Intanto, il 3 marzo 2022 la Moldavia ha presentato domanda di adesione all'Unione Europea.
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