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Martedì 30 agosto 2022 è morto MIkhail Gorbaciov, ultimo segretario (1985-1991) del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e Presidente del Soviet Supremo, e quindi a capo dell'impero russo-sovietico, avviò con un certo coraggio la perestrojka e la glasnost, allo scopo di riformare lo stagnante sistema politico ed economico comunista ed introdurre una maggiore libertà di informazione e discussione.
Gli sforzi furono coronati dal successo solo parzialmente perché il sistema, oramai marcito, crollò letteralmente su sé stesso portando alla dissoluzione di URSS, Comecon e Patto di Varsavia senza colpo ferire.
Lo spartiacque fu la Caduta del Muro di Berlino, costruito nell'agosto 1961 dalla Repubblica Democratica Tedesca, che divideva in due la capitale della Germania, la parte occidentale dalla orientale. Il tutto avvenne tra 9 e 10 novembre 1989 e di lì a poco le due Germanie si riunificarono.
L'esercito russo continuò comunque a muoversi qua e là per l'URSS, anche per sedare sanguinosi disordini che andavano sorgendo.
A gennaio 1991 i carri armati russi invasero la Lituania, annessa con Lettonia ed Estonia durante la guerra, per sedare i moti indipendentisti, ma ottennero solo di provocare alcuni morti.
Ad agosto Gorbaciov fu arrestato all'interno di un tentato colpo di Stato, rapidamente fallito; il presidente della Russia, Boris Eltsin, abbandonato il PCUS, prese il posto di Gorbaciov, che a Natale 1991 si dimise.
L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche salutarmente si dissolveva, venendo rimpiazzata dalla Comunità degli Stati indipendenti, mentre gli stati del Baltico, dell'Europa centroorientale e della penisola balcanica potevano finalmente riunirsi all'occidente.
Nel 1999 muore, purtroppo, la moglie di Gorbaciov, Irina, per un tumore, ed accanto alla moglie lo statista è stato sepolto, nella semi-indifferenza delle attuali autorità russe, che lo ritengono responsabile della situazione attuale.
Situazione invece imputabile a quello che oramai è visto come uno stato mafioso, che cerca a tutti i costi, scollegato dalla realtà, di ritornare al passato, minacciando mezzo mondo: oltre all'annessione della Crimea ed alla scellerata invasione dell'Ucraina si teme attualmente per Moldavia, Georgia, Kazakistan, Serbia e Bosnia, mentre sembrano per adesso bloccate le minacce a Svezia, Finlandia, Lituania e Polonia. E mentre altri regimi autoritari di quell'ex-mondo, dalla Bielorussia all'Uzbekistan, continuano ad occupare gli onori delle cronache.
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