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Comune di Trieste
Cognomi italiani slavizzati in Istria e Dalmazia:
"(...) un vecchio amico di cognome Terlizzi (...) mi ha raccontato di alcuni membri della sua famiglia emigrati dalla Puglia a Ragusa di Dalmazia ai primi del Novecento ed ora completamente croatizzati. Ora si chiamano Terlizzich. Il mio amico si meravigliava del fatto che non parlano quasi l'italiano (e nemmeno il dialetto pugliese) e che si sentono "croati" al punto di rigettare in parte la loro origine italiana (anche se sotto sotto, mi diceva il mio amico, si sentivano molto legati alla cultura ed alla societa' italiana).
(...) Ai
preti slavi che nel secolo passato l'Austria aveva chiamato in Istria,
era facile compilare una fede di nascita in latino (usando magari anche
errate forme di ablativo) e portare cognomi come Micheli, Fabbri, Lauri,
Marini alle forme Michelis, Fabbris, Lauris, Marinis: ed era il primo
passo. In un secondo momento quei cognomi, trattati da impiegati pure
slavi, diventavano senz'altro Marinich, Fabbrich, Laurich, Michelich. E
quale contadino poteva avere argomenti da opporre a un prete prima e ad
uno scrivano poi che in modo così elegante, giovandosi addirittura del
latino, andavano alterando cioè slavizzando il suo cognome ? (...)".
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La lista degli oltre 1000 deportati ed
infoibati di Gorizia
Una rosa per Norma Cossetto
Pola città perduta ; "La città dolente" (1948) ; L'Arena di Pola
La Voce del Popolo - Fiume
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Da https://it.wikipedia.org/wiki/Esodo_giuliano_dalmata :
Nel corso
della riunione del consiglio dei ministri del 12 novembre 1866 l'imperatore Francesco Giuseppe
delineò compiutamente in tal senso un piano di ampio respiro: |
(Francesco Giuseppe I d'Austria, consiglio della Corona del 12 novembre 1866[6][7].) |
Questi furono gli effetti di tale editto tra il 1866 ed il 1918:
- espulsioni di massa (oltre 35 000 espulsi dalla sola Venezia Giulia nei soli primi anni del Novecento, fra cui moltissimi provenienti da Trieste. (…)
- deportazione in campi di concentramento (un numero oscillante fra 100 000 e 200 000, a seconda delle stime, di deportati durante la prima guerra mondiale, (…);
- impiego di squadracce di nazionalisti slavi nell'esercizio massivo della violenza contro gli Italiani con innumerevoli atti di violenza, attentati, aggressioni, omicidi ecc. Queste azioni incontrarono spesso la sostanziale tolleranza delle autorità o comunque non furono represse con efficacia;
- repressione poliziesca;
- immigrazione di slavi e tedeschi nei territori italiani favorita dalle autorità imperiali, per favorire la progressiva "sommersione" degli autoctoni Italiani;
- germanizzazione e slavizzazione scolastica e culturale (chiusura delle scuole italiane, cancellazione della toponomastica ed onomastiche italiane, proibizione della cultura italiana in ogni sua forma: fu molto grave in particolare la questione scolastica in Dalmazia);
- privazione o limitazione dei diritti politici (le elezioni in Dalmazia videro pesantissimi brogli a favore dei nazionalisti slavi; comuni retti da Italiani furono sciolti dalle autorità austriache ecc.);
- limitazione dei diritti civili (scioglimento d'associazioni politiche, culturali, sindacali, persone arrestate o condannate per futili motivi ecc.), formalmente motivata spesso dal pretesto della lotta all'irredentismo;
- cancellazione degli antichi enclavi italiani in territori "nevralgici", ad esempio vedasi i pogrom anti-italiano di Innsbruck di inizio 1900 contro negozianti e studenti di lingua italiana (Fatti di Innsbruck).
Revocare l'onoreficenza a Tito.
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